Quando la $Musa2 (recentemente ribattezzata in “La pazza”) si stabilì definitivamente nel nostro ufficio, le venne assegnata una piccola stanza da due postazioni.
L’errore, abbastanza prevedibile e scontato, fu di assegnare l’altro posto disponibile alla $Musa. O meglio, visto che il posto rimanente è libero, viene usato a turno da un certo gruppo di persone, tra le quali la $Musa.
Capita quindi, quando la $Musa viene in sede, di vedere queste due cocorite chiuse in una stanzetta di un pugno di metri quadri. A giudicare dalle risate della $Musa2, dubito parlino spesso di lavoro. Difatti passando davanti spesso le si sentono parlare di:
- Capelli;
- Bambini;
- Vicissitudini di casa $Musa (e te pareva) ;
- Cazzate varie;
- Altre cazzate.
Dopo aver fatto il punto della situazione sul nulla più assoluto le Muse però, non dimenticano che hanno anche un lavoro. E, chine sui loro portatili, sfornano i loro pensieri e, cosa ancor più grave, li condividono con i loro colleghi.
Ecco quindi che mi arriva una mail da parte della $Musa2. A giudicare dal numero di aggettivi del tipo “Urgente” “Prioritario” infilati a caso nel subject, credo si tratti di qualcuno in arresto cardiaco. Vediamo che dice, però prima un piccolo cappello.
La settimana scorsa abbiamo eliminato un prodotto venduto dall’Azienda (perchè dopo averne venduti un po’ si è scoperto che… non si potevano vendere, almeno in territorio italiano). La $Musa quindi mi ha ordinato di cancellare tutti i riferimenti del prodotto dal sito aziendale. Bene.
Apro la mail e vedo un testo del genere:
“ATTENZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SU GOOGLE, DIGITANDO $PRODOTTO_ILLEGALE VENGONO ANCORA VISUALIZZATE LE PAGINE RELATIVE AL PRODOTTO SUL SITO AZIENDALE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
E allega, come se non bastasse, una gigantesca immagine che è una sorta di fotografia del suo schermo con i risultati di Google.
Ovviamente la $Musa2 ignora che:
- Il prodotto è stato rimosso dal sito la settimana scorsa;
- L’indicizzazione non avviene di certo in tempo reale, Google che io sappia impiega quasi un mese per farsi il giro di internet;
- Se ci avesse fatto un minimo caso, i link verso le pagine html riportavano in cache il nome del prodotto, ma cliccando sul link al sito aziendale chiaramente si vedeva la pagina aggiornata (e quindi senza il prodotto);
- I link verso i PDF del prodotto restituivano un bel 404.
Illuminante fu il commento del mio socio che, guardando la mail, esclamò:
“Fammi capire, questa se va bene lavora quattro ore al giorno… e questo è il risultato?”