Era da un po’ che non scrivevo qualcosa sulla $Musa.
Questo perchè dopo averle consegnato (a Luglio) la bozza di un progetto ultra-dumpa-importante (e per l’amor del cielo URGENTISSIMO), non si è fatta più sentire fino ad un paio di giorni fa.
Questo, stranamente, nonostante fossimo rimasti d’accordo che durante l’estate ci saremmo dovuti confrontare più volte, per cominciare a sviluppare il prodotto al più tardi verso gli inizi di Settembre.
Ad oggi non se ne sa più nulla, ovviamente.
Ma c’è di meglio…
Nell’anno del Signore 2004 sviluppammo per la Società della $Musa e di $Testa_pensante un’applicazione web che interagiva (e lo fa tutt’ora) con il loro sito aziendale.
In poche parole serve a registrare e gestire gli utenti che accedono ad un’area personale.
La registrazione di un nuovo utente è sempre stata gestita in questa maniera:
- Si inseriscono i dati del nuovo utente;
- Il sistema genera una mail con le credenziali e la mette in coda;
- Si entra nel pannello delle mail in coda e si elabora la coda (o la singola mail)
Fatto, tutto qui.
Per questo ieri sera, quando ho letto la mail della $Musa, sono rimasto senza parole.
Titolo della mail: “Mail in coda da DB”
“Ciao,
non avevo mai notato l’opzione “mail in coda” del menu “utilità ” nella gestione del DB.
Ci sono entrata ora e vedo un elenco infinito delle mail “nuova password” che ho personalmente effettuato dietro richiesta degli agenti $vattelapesca.
Dimmi ti prego che non funziona e che le mail sono regolarmente partite, altrimenti mi sparo!
Ciao
$Musa”
Ora, riflettiamo.
A parte il solito abuso del termine Database (cfr.: Forever database) , sono abbastanza sicuro che in questi tre anni la $Musa non solo abbia inviato mail di attivazione attraverso l’unico sistema disponibile, ma che abbia fatto anche delle interminabili (e questa volta devo dire sacrosante) crociate contro chi inseriva utenti senza inviare le email di attivazione, generando di conseguenza code al casello.
Che è successo, le hanno cancellato forse la memoria? Le si è rotto il disco fisso? Mistero.
Prendo carta e penna (si ok, si fa per dire) e senza controllare una riga di log le scrivo (sempre con in copia $Testa_pensante) che a mio avviso si è semplicemente dimenticata prima di inviare le email in coda e poi di aver creato in precedenza questi nuovi utenti (una delle mie teorie è che la spiegazione più semplice è quasi sempre quella vera).
Tempo un’oretta e squilla il telefono dell’ufficio: è $Testa_pensante e mi chiama ovviamente per questa fesseria.
Prende subito le difese della $Musa (come sempre accade in questi casi) e per farlo utilizza la sua ormai rodata tattica del seminare confusione (aka Flash Bang).
<Eh ma hai capito male quello che voleva dire la $Musa>
<Ah si, e cosa voleva dire?>
<Si riferiva alla gente che ha perso la password e che l’ha recuperata attraverso il link “recupera la tua password” sul sito>
<Mhhh, non credo per due motivi: il primo è che la password recuperata in quella maniera non va a finire in coda, ma viene spedita in automatico: visto che noi non abbiamo notifica del recupero della password, non sapremmo mai quando c’è stata una richiesta.>
<Eh si, certo>
Certo cosa, hai appena sostenuto il contrario!!!
E continuo…
<Inoltre lei ha scritto che questa gente l’ha inserita lei personalmente…>
<No, ma lascia perdere questo…>
Ecco, quando la cosa si mette male per lui e le sue tesi attacca sempre con questo “Lascia perdere questo”.
La prima sviata non gli è riuscita ma non si perde d’animo, il segreto è attaccare immediatamente un altro discorso, come se fosse una continuazione del precedente. In questa maniera sembra che continui con le tue ragioni quando invece hai cambiato strada. In questa tattica, devo riconoscerlo, $Testa_pensante è un gran maestro.
<Oltretutto la $Musa mi ha detto che è sicura di non aver inserito questa gente, poi lo vedi anche tu gli orari in cui sono stati inseriti… alcuni anche alle 22, 23 di sera>
<Ma se ha scritto che l’ha inseriti lei!>
<Ma no lascia perdere, senti fai una cosa. Controlla se abbiamo dei log su queste operazioni, per capire come ci dobbiamo comportare e se l’applicazione ha dei problemi>
<Ok, non mi ricordo che tipo di log facciamo su questo ma ci guardo>
Echepalle però, sempre a tentare di dare la colpa all’applicazione…
Tempo trenta secondi (ah le coincidenze, eh?) e mi arriva la risposta della $Musa. E’ evidente, anche in questo episodio, che questo non è un team di lavoro, ma sono loro due che si mettono contro di me.
Amen, che il signore dei log mi perdoni. Prima però leggiamo la mail della musa:
“Scusa ma quello che hai scritto è un delirio, ti stai sbagliando con qualcun altro.
Posso anche essere stanca o avere l’halzheimer, ma non fino a questo punto.
Cosa devo fare ora per ovviare all’inconveniente? ”
Ok, quello che ho scritto è un delirio.
Ok, mi sto sbagliando con qualcun’altro.
Rapida guardata nei log e reply to all:
“Sono andato a vedere i log del 10/7 registrati direttamente nel database e ne ho esportati un pezzo, che ti allego.
Come puoi vedere risulta che l’utente 307 ($Musa) dall’indirizzo Ip xx.yy.zzz.www (che è lo stesso da cui mi stai scrivendo ora) ha inserito dal pannello di amministrazione nuovi utenti, molti dei quali (ne ho verificato cinque/sei a campione) sono attualmente in coda per l’invio delle credenziali.
Gli stessi dati, che ho esportato direttamente dal database, sono presenti anche nelle statistiche del tuo utente (visibili dall’interfaccia di amministrazione) nella quale risulta più chiara la dinamica.
Quel giorno, il 10/7, hai fatto login alle 15.22, dove hai inserito un primo blocco di utenti. Alle 16.52 hai fatto un altro login e hai inserito un secondo blocco di utenti. Stessa cosa alle 17.10 e alle 22.16 dove hai terminato gli inserimenti alle 23.56.”
Colpita e affondata, nei log c’è ogni traccia dell’omicidio. Se io fossi il giudice la condannerei senza appello.
Risposta della $Musa, battuta ma sempre fiera:
“Allora, ti giuro sulla testa di chi mi è più caro che ignoravo l’esistenza dell’opzione “mail in coda”.
Detto questo, per favore mi puoi indicare cosa devo fare per far sì che queste mail vengano correttamente recapitate.
Quando avrò tempo farò un controllo incrociato: prima di ogni mail automatica ne invio una manuale dove avverto la persona che gli stanno arrivando le credenziali. Credo sia per noi fondamentale verificare se c’è un errore nelle procedure.
Ciao, grazie.”
Sulle prime mi sembra che cambi discorso. Nella prima mail le avevo detto che lei aveva inserito degli utenti e che se ne era dimenticata e lei mi aveva detto che deliravo. Io allora le ho dato la prova inoppugnabile ma non del fatto che esista il modo di inviare mail in coda, ma del fatto che ha effettivamente l’Alzheimer galoppante.
Inoltre, ma questa è una critica facile facile, una persona che non si ricorda di aver inserito degli utenti che affidabilità ha nello spergiurare che non sapeva dell’invio delle mail?
E infine, come da scuola di $Testa_pensante, vi faccio solo notare come conclude la mail con il tentativo di sviata, ovvero l’insinuazione di sottofondo che l’applicazione può non funzionare, quando è dal 2004 che funziona perfettamente.
Comunque sia, rispondo senza troppa voglia che forse sarebbe meglio guardare periodicamente chi fa o non fa accesso ed eventualmente intervenire quando una persona non si collega, invece di duplicare sistematicamente (e aggiungerei inutilmente) il lavoro.
Quand’ecco che arriva una ulteriore mail della $Musa, che un po’ di sale mi ci ha lasciato:
“Ecco fatta veloce verifica: in data 10 luglio ho inserito 117 schede dei partecipanti all’evento di $Vichingo_ubriaco.
Non si trata quindi di distribuzione di login e password bensì di inserimento di nuovi nominativi.”
Oh, allora… una cosa l’ha più o meno ammessa. Rimane però in sospeso il fatto che, come dice lei, giura sulla testa di chi le è più caro che ignorava l’esistenza dell’opzione “mail in coda”.
Non appagato fino in fondo, mi sono messo a ravanare nei log, scoprendo però che chi entra nel pannello delle mail in coda non genera un log specifico. A questo punto mi sono quasi rassegnato a lasciare aperta la questione, il che avrebbe significato un punto a suo favore non potendo dimostrare il contrario… quand’ecco che…
Comincio a scartabellare la mia posta archiviata, nella speranza di trovare una sua mail che parlasse di quella funzione. Con una ricerca non è stato neanche troppo difficile. Eccola, nel Novembre 2006 mi chiedeva se:
” […] è possibile mettere questo testo nell’area riservata in modo che i commerciali non dimentichino come si fa?
Procedura di attivazione demo $Software per utenti
1) Entrare nell’area riservata online “$profilo_utente” con le proprie credenziali;
2) Cliccare su “pannello di amministrazione”;
3) Cliccare sull’opzione “Aggiungi Utente” (se non appare questa opzione significa che non si è abilitati dal sistema);
4) Inserire l’utente a cui si vuole dare la demo di $Software (si raccomanda l’inserimento dei dati corretti), avendo cura di selezionare il flag “$profilo_utente”. Il sistema genera una email con le credenziali di accesso.
5) Spostarsi nel menu “Utilita” e poi cliccare su opzione “Mail in coda” dove si troveranno le email generate.
6) Effettuare l’invio della email. A questo punto l’utente riceve la comunicazione.”
Servono altri commenti? Direi di no, vero?
Giusto per dovere di cronaca, volete sapere come si è giustificata la $Musa di fronte alla pistola fumante?
<Eh ma quella mail me l’ha scritta $Testa_pensante, io non l’avevo letta>