L’altro ieri, con appena una settimana di ritardo rispetto a quanto annunciato, mi arriva a casa il PIN della terza carta di credito. E’ il segnale che in filiale è finalmente arrivata la mia carta di credito. Giusto in tempo per le vacanze.
Eppure al peggio non c’è mai limite.
Eccomi varcare le soglie della banca, con un assegno da cambiare e una carta di credito da ritirare.
Al momento c’è un solo sportello aperto, quello di “buonanima” (chiamato così per via di uno scherzo di un suo ex-collega, che lo fece credere morto, ma questa è un’altra storia), che però è occupato con un’altra Cliente.
Tempo un paio di minuti e arriva, purtroppo, $Operatrice_rincoglionita. Si siede e mi fa cenno di venire.
Poggio i caschi in terra e le dico che sono venuto a ritirare la nuova carta di credito.
Si alza svogliatamente e va a prendere la busta, un attimo di indecisione e mi chiede:
< Ma lei ha la delega? >
Delega? Io ho la procura sul conto (il procuratore del conto può fare TUTTO sul conto, meno che chiuderlo).
Alchè in maniera molto seccata mi dice:
< Non c’entra niente la procura, per ritirare la carta di credito ha bisogno della delega dell’intestatario del conto. >
MA STIAMO SCHERZANDO? TRE SETTIMANE FA ME L’AVETE DATA LA CARTA E ADESSO NO? Oltretutto, faccio notare, che la carta l’ho ordinata personalmente io, senza deleghe o altro.
E lei con tono maleducato:
< VADA DAL DIRETTORE, se lui gliela da, bene. Io non gliela do. >
VADA DAL DIRETTORE? Ripeto io allibito… LASCIAMO PERDERE SIGNORA…
E lei incalza:
< No no, non lasciamo perdere niente >
Nel frattempo dietro le mie spalle una ragazza dell’assistenza Clienti vola dal direttore con la busta della carta di credito in mano e li sento parlottare.
Io però, nel frattempo, sono in piena aritmia cardiaca a causa della maleducazione di $Operatrice_rincoglionita. Prendo i caschi e mi avvio verso l’uscita senza fare storie (le piazzate non sono mai state il mio forte). Passando dall’uscita si sfiora la stanza del direttore, o meglio del suo vice visto che il Direttore è in vacanza, lui mi fa un cenno di entrare.
< Non si preoccupi direttore, lasci stare la mia carta. Io qui dentro non ci metto più piede. >
E me ne vado. Capitolo chiuso.
Banca Intesa, addio.
A Settembre vi chiudo i conti e ci trasferiamo. E chi s’è visto, s’è visto.