E così $Azienda_in_perdita diede inizio all’operazione “Il Grande collasso”, grazie alla quale venne deciso di dismettere le loro macchine e migrare i relativi clienti (almeno quelli che stranamente non sono scappati a gambe levate nel frattempo) presso la nostra struttura.
Tra i vari storditi migrammo anche $Flagello_informatico, cliente gestito (o meglio, venerato) dal commerciale $Zecca_pelata.
Ben presto alcune lettere anonime ci informarono che $Flagello_informatico era quanto di peggio un’azienda potesse avere come cliente, dal momento che rappresentava un pericoloso incrocio tra un’accentuata incompetenza informatica e una altrettanto prominente voglia di rompere le scatole al prossimo.
Anzitutto sembra che $Flagello_informatico appartenga a quella categoria di persone che se hanno un problema (anche se sono loro a procurarselo) pretendono che il globo terraqueo si fermi per prestare a lui la massima attenzione, tutta e subito. Capita quindi che praticamente ogni email inviata da $Flagello_informatico abbia titoli poetici volti a catturare l’attenzione del ricevente, come: “Problemiâ€, “Problemi di postaâ€, “Urgenteâ€, “Urgentissimoâ€, “Erroreâ€, “Mail amministratore delegato†e combinazioni casuali dei predetti termini.
Se però, come è capitato, sei tu a chiedere un’informazione a $Flagello_informatico, allora fai prima a morire di stenti perchè ogni email finisce nel vuoto pneumatico (probabilmente del suo cranio) e viene sistematicamente ignorata, anche se reiterata quotidianamente.
Ed eccoci all’ennesima mail di lamentazione targata $Flagello_informatico, sempre poeticamente intitolata “urgente mail amministratore delegatoâ€.
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Buongiorno,
vogliate cortesemente verificare la seguente mail utente@indiriss.tld in quanto utilizzando microsoft outlook la posta non funziona
ieri la posta scaricava ogni tanto ad intervalli non regolari mentre da questa mattina è tutto bloccato
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Curiosamente, nonostante la dovizia di particolari (la posta non funziona, è tutto bloccato) e il fatto che non funzioni con outlook mentre funzioni con webmail, sono subito propenso a pensare che $Flagello_informatico sia dalla parte sbagliata del problema.
Non faccio a tempo ad aprire il browser per guardare i log di posta che $Zecca_pelata, entrato immediatamente in fibrillazione atriale, comincia a correre in tondo agitando le mani e urlando molto forte frasi sconnesse. Nel giro di tre minuti prende e mi forwarda la stessa email, aggiungendo (come se non bastasse) le sue inutili (quanto storicamente sbagliate) considerazioni sul fatto che i server possano avere problemi. Certamente le macchine non sono infallibili, ma basterebbe levare la frizione del cervello per intuire che qui gatta ci cova. Decido quindi di non considerare le farneticazioni di $Zecca_pelata e mi concentro, insieme a $Help_desk, a capire che diavolo ha questa volta $Flagello_informatico.
Dopo un po’ di ravanamenti vedo che dal tardo pomeriggio di ieri l’utente ha alcune segnalazioni di “Password mismatch†sull’account, sia dalla rete aziendale quando dal blackberry. Noncurante del rasoio di Occam, chiedo a $Help_desk di contattare il cliente.
Quando torna da me, ha la faccia piuttosto sconvolta.
– Beh, che è successo? –
– Ieri ha cambiato la password dell’account di posta dell’amministratore delegato –
– (come se non lo sapessi) E quindi??? –
– Dice che da quel momento i client hanno stranamente smesso di funzionare –
– … –
– Ma lui è sicuro di aver messo la password corretta, chiede se è possibile che il sistema sia in errore e non gli riconosca la password inserita –
Devo informarmi sulle pratiche per ottenere un porto d’armi. Urgentemente.