Inizio la storia svelando subito il finale: costoro chiedevano un alias di posta.
Riavvolgo: giorni fa vengo contattato da $Reseller_deRoma, che è un personaggio piuttosto curioso… ma delle sue prodezze ne parleremo in separata sede.
Comunque sia, $Reseller_deRoma mi gira una mail di uno dei suoi clienti che più o meno recita così:
“Ciao mi occorre un riferimento,o telefonico o mail,dell’attuale provider della posta elettronica di Outlook che ho per l’ufficio (il Sig. $Sammy,della $Provider o chi per lui) in modo che lo metto in contatto con il nuovo provider che adotterò per la posta elettronica,e che mi gestisce anche il sito web, attendo notizie, grazie, saluti”
Voi che sapete già il finale, vi chiederete: ok non si conosceranno direttamente (anche se di me sapeva ogni cosa) ma se alla fine voleva un maledetto alias perchè non l’ha scritto subito nella mail?
Dopo aver riletto due o tre volte l’espressione “posta elettronica di Outlook” passo al messaggio di $Reseller_deRoma, che recita più o meno così:
“Questo mio cliente mi chiede un tuo contatto, probabilmente per cambiare provider (non è una grossa perdita, visto che è un collega/amico che paga in ritardo, rompe Ecc ecc). Puoi vedere cosa vuole?”
$Reseller_deRoma è in modalità proxy non trasparente, quindi: prende e forwarda inquinando le informazioni contenute nel messaggio. Io, che ho poca voglia di partecipare a questo festino (per uno che poi si sospetta se ne debba andare), faccio finta di nulla e mi limito a rispondere di fornirgli pure il mio indirizzo di posta elettronica per vedere che vogliono.
La mia richiesta tassativa non è casuale: questi forse se ne stanno andando, il dominio è italiano pertanto non c’è nulla che possano volere da me, ogni richiesta è il caso che sia scritta nero su bianco e non a voce. Cerco quindi di condensare il messaggio in poche righe e incentrando il contenuto sul fatto che voglio essere contattato via mail da questi storditi.
Tanto per cambiare, infatti, un paio di giorni dopo squilla il mio telefono e… indovina chi è? E’ il nuovo provider del Cliente.
“Salve, è $Provider?”
Ah, la prendiamo alla lontana vedo.
“Si, mi dica…”
“Vorrei parlare con $Sammy_Jankis, per favore”
“Si, mi dica…”
E parte un panegirico di mezz’ora dove mi spiega che è il gestore di un cliente attualmente da noi (senza dirmi quale) e che vorrebbe una modifica per quanto riguarda la posta elettronica del cliente.
Dopo mezz’ora di soliloquio…
“…perchè il cliente ha da voi una casella di posta elettronica e vorrebbe che la mail fosse rediretta ad un altro indirizzo e che venisse generato un autoresponder”
“No, tu non vuoi questo.”
E gli faccio presente che piuttosto di un autoresponder (che nessuno leggerà e che, anzi, verrà preso come errore generando ennemila lamentazioni e intasando la casella che ormai più nessuno legge) lui ha bisogno di un semplice alias di posta.
Dopo questa dovizia di particolari arriva, finalmente, a svelarmi di chi stiamo parlando…
“il cliente è… (pausa)… è pronto?”
Ossignur, come se non immaginassi la scena successiva…
“n-o-m-e-d-e-l-d-o-m-i-n-i-o-d-e-l-c-l-i-e-n-t-e.i-t”
Ovviamente il dominio non si presta ad essere dettato per una questione fonetica, ma io faccio finta di niente e tiro diritto. Lui incalza.
“Se vuole posso farla chiamare dal cliente per confermare la liceità della richiesta”
Certo, mi chiama uno e mi dice che la richiesta è lecita… Ah, allora deve essere proprio vero!
“Lei mi ha detto che il cliente utilizza un solo account, giusto?”
“Si, è così”
“Io qui ne ho quattro di account, le risulta?”
(sobbalzando dalla sedia) “Ah no, io di questo non ne sapevo niente! E quali sono questi account???”
Segue un patetico dettato degli account.
“Ah, allora le faccio sapere…”
“Senta, per il futuro…”
“Si, mi dica”
“SCRIVA UNA MAIL CORTESEMENTE.”
Sono aperte le scommesse.
***UPDATE*** Ieri, Martedi 22 Giugno è arrivata finalmente la mail con la richiesta di alias. Un tempismo formidabile ma, almeno, hanno scritto…