Sabato interno mattina, momento in cui mi dedico alle faccende domestiche.
Chi avrebbe detto che, proprio mentre stai approfittando del tempo libero che il padre eterno ti ha lasciato, arriva su WhatsApp (che, ricordiamolo, è la nuova frontiera dell’assistenza tecnica on demand) il messaggio che nessun tecnico vorrebbe ricevere:
Abbiamo un grave problema: il sito $noifacciamonotizie non risulta raggiungibile.
(Naturalmente segue il classico sproloquio misto a fotografie dello schermo del computer in tutte le salse, di cui la mia galleria di Google Photo ormai ne è satura)
Al galoppo! E’ una emergenza!
La prima verifica è, ovviamente, verificare che la cosa sia vera. Non sorprende infatti ricevere lagnanze di questo tenore quando la loro connettività, per un qualche motivo, risulta assente.
Sorprendentemente il sito è in effetti offline. Comincio a preoccuparmi.
Scartiamo ipotesi: il cluster è su, altri siti non hanno problemi, la farm non ha problemi. In effetti non c’è motivo per cui il sito non stia andando.
Mentre $editore batte il tempo propendo per il problema applicativo (che sarebbe in questo momento una bella rogna da gestire); primo passo: verifica sui log.
I log sono incredibilmente muti. Non c’è traccia di tentativi di connessione. In effetti dall’una di questa notte nessuno, ma proprio NESSUNO ha più chiesto il sito da noi.
Ok, siamo arrivati alla stazione DNS e dominio. Entrambe le cose non sono gestite da noi ma direttamente da $editore su provider caraibico. Comincio a ridere.
Whois: il dominio e un .it, è in pending renew da… uhm.. da oggi. Ok forse ci sono.
DNS: zona eiettata. ok, tanto mi basta per la fatidica domanda in chat
Io: Scusa, hai rinnovato il dominio?
(pausa di riflessione e presa di coscienza)
Lui: Cazzo, no.
Ed ecco che, per la modica cifra di €9.99, abbiamo servito una discreta figura di palta.