Nel mondo della globalizzazione e dell’informazione sulla punta delle dita (quello stesso mondo dove, come ha detto qualcuno, abbiamo telefoni portatili più potenti del computer che ha mandato l’uomo sulla luna e li usiamo per guardare foto di gattini) ci sono società di servizi che non sbandierano le innovazioni tecnologiche che introducono nei loro servizi, quasi ne avessero pudore o non volessero turbare i propri utenti.
Nella fattispecie mi riferisco alle ferrovie dello stato, che hanno introdotto da anni, ma lasciandolo passare sotto silenzio, l’uso di sequenze di numeri naturali per identificare i posti a sedere all’interno delle carrozze di alcuni loro treni.
Con un’astuzia degna di un matematico superiore hanno pensato anche di usare l’ordinamento di questi numeri. Hanno però peccato di presunzione, pensando che gli utenti avrebbero saputo immediatamente scoprire l’arcano e trarne beneficio.
Sfortunatamente, non è così. è probabilmente il segno che la scuola non è (ma non è mai stata, visto che questo colpisce tutte le fasce di età di utenti) all’altezza di queste innovazioni, o di queste sottigliezze.
Ogni volta che salgo su un intercity vedo gruppi di persone che procedono alla ricerca del proprio posto unicamente basandosi sul concetto di pattern-matching, cioè la ricerca spasmodica di una targhetta che riproduca esattamente il numero che hanno stampato sul biglietto o, per i più tecnologici, nel file pdf custodito nello smartphone pieno di foto di gattini.
La ricerca del posto fatta con il pattern-matching è lunga e tediosa. Ci sono oltre 80 posti a sedere nella singola carrozza, e vanno controllati uno ad uno, mentre altre persone spingono e si urtano immerse nella stessa complessa operazione. Da una estremità all’altra della carrozza, con valigie fuori misura, bambini frignanti, animali domestici e non.
A dire il vero, non tutti eseguono la scansione lineare di tutti i numeri di posti a sedere.
Ci sono anche quelli che seguono la ricerca binaria impazzita, che consiste nel partire da un punto a caso della carrozza, controllare il primo numero che capita a tiro, quindi spostarsi ad una delle due estremità (senza alcuna apparente ragione per la scelta di quale estremità ), controllare un altro numero a caso, quindi suddividere lo spazio percorso in due segmenti di lunghezza arbitraria, e procedere ad esaminarli singolarmente con lo stesso criterio. si badi bene: nessuno dei due intervalli viene escluso a priori, ma vengono comunque esaminati entrambi, disordinatamente, ma esaminati.
A questo punto mi chiedo: non era più semplice mettere foto di gattini ad identificare i posti?
Almeno sarebbero risultati più familiari.