Le teste pensanti della Società hanno partorito un nuovo prodotto. Ecco quindi che si scatena la “donna nella stanza bianca” per produrre chilate e chilate di documentazione che mai nessun commerciale leggerà .
Come al solito arriva la mail dove mi si chiede di produrre il logo di questo prodotto, da inserire (anche) nella documentazione che sta facendo e che mi allega in bozza. Visto che la cosa mi era stata ampiamente telefonata, non faccio troppo caso alla mail della “donna nella stanza bianca”.
Apro i suoi documenti, vedo che il nome del prodotto è $Nomeprodotto1, le rispondo con un paio di varianti del logo e attendo il suo responso.
La risposta arriva, le va bene il logo n.1, quindi archivio la cosa e segno le mie ore. Finito? Macchè!
Non mi ero accorto infatti che le nuvole si stavano addensando e ben presto sarebbe arrivata la grandinata.
Alle 22.36 arriva quindi al mio account di posta un messaggio che già solo il titolo è tutto un programma:
“URGENTE -numero indefinito di punti esclamativi- (dio come le odio queste mail) Rifaremarchio $Nomeprodotto2″.
Si, proprio così. E il corpo della mail non va tanto meglio, recita più o meno così, opportunamente modificato per salvare il salvabile:
“Sammmmmmmmmmmmmyyyyyyyyyyyyy (altro numero imprecisato di punti esclamativi)
Non mi sono accorta che hai sbagliato il nome del prodotto e ho creato tutti
i documenti. Rifammi il marchio con il nome corretto: $Nomeprodotto2″
Ora dico, come è possibile che non si sia accorta fino all’ultimo che ho sbagliato il nome di un prodotto? Mistero…
Sulle prime non so che pensare, anzi penso di aver sbagliato io, ho letto male la sua documentazione. Strano ma possibile. Poi però mi fermo a riflettere.
Il prodotto è un sistema di sicurezza (che poi altro non è che il prodotto di un altro opportunamente rimarchiato), il $Nomeprodotto1 è riconducibile ad un vecchio e famoso paladino della giustizia mentre il $Nomeprodotto2 (che differisce dal primo per una lettera finale in più) non vuol dire nulla. E poi, cavolo, nei suoi documenti si faceva riferimento a $Nomeprodotto1… Però… come è possibile che non sappia neanche quello di cui sta parlando? Nel mio essere benpensante non riesco a fare di tutti questi indizi una certezza. Mistero!
Faccio passare la notte e decido quindi di non prendere fondamentalmente posizione, le rifaccio il logo (salvando comunque il precedente) e le metto la pulce nell’orecchio stando sul filo tra il vago e l’ipocrita, e quindi scrivo:
“Lo trovi in allegato, una cosa però non ho capito.
In effetti il subject della tua mail dell’altro giorno parlava di “$NomeProdotto2”,
tuttavia il documento che mi hai allegato parlava di “$NomeProdotto1″
che, ho controllato anche ora, era riportato ovunque.
Giuro… anche ora l’ho rivisto più volte per sicurezza… non si sa mai.
E’ una copia impazzita oppure nel frattempo gli avete cambiato nome?
Siete sicuri?
Anche perchè $Nome1 dovrebbe essere un personaggio dei fumetti che faceva tipo
lo sceriffo, da li guardiano, vigilanza, SNomeProdotto1.
Boh, c’è qualcosa che non mi torna.”
E invio. Tempo 10 Minuti e arriva la sua risposta:
“Mi sa che ho sbagliato io. Sto verificando con $TestaPensante.”
Più tardi avrebbe boffonchiato che il correttore ortografico di Word le aveva cambiato da solo il testo e che non se ne era accorta e che non capiva come mai e blablablabla.
In realtà si, non sapeva di che parlava.