Alle volte mi fermo a pensare, con grande sconforto personale, che sebbene l’utonto medio sia oramai immerso in soluzioni sempre più tecnologiche ed innovative, il suo comportamento abbia un tasso di apprendimento anche di istruzioni più banali che rimane fermo allo 0.0001%, ovvero circa il numero di batteri che rimangono dopo una passata di Lysoform, Amuchina o un qualsiasi prodotto per la casa che sia anche un presidio medico chirurgico.
Sono ormai 10 anni che sono affacciato a questa finestra di pazzi ed alcuni comportamenti non sono cambiati di una virgola.
Di seguito un paio di esempi pratici.
1) Lo stato su Skype
Utilizzo Skype più o meno frequentemente ed esclusivamente per lavoro. Dato che il mio PC dell’ufficio rimane sempre acceso, i miei stati su Skype sono essenzialmente due: Online e Away.
Se ci fermiamo a riflettere non è un concetto difficile: o ci sono o non ci sono. Tipicamente evito appunto stati intermedi e di più difficile interpretazione, così come evito accuratamente di essere invisibile dato che non ho alcun interesse a sapere chi è online senza farmi vedere. Per rendere la cosa più o meno automatizzata in base alla mia effettiva presenza davanti ad un computer ho impostato che, se entro 10 minuti non ho schiacciato un tasto o mosso il mouse, Skype entra nello stato di Away per poi ritornare Online al verificarsi di uno dei sopra indicati eventi.
Questo da sempre.
Nonostante quindi l’utilizzo elementare dello stato, c’è gente (per non fare nomi, tra questi il sempiterno $Ruttolomeo) che ignora sistematicamente il mio stato, iniziando qualsiasi discorso con un “Ci sei?” indipendentemente dal fatto che Skype ha già risposto alla sua domanda.
Dopo che $Ruttolomeo si rende conto di parlare da solo nella mia finestra di chat, allora compie l’azione che sarebbe stata più sensata in qualsiasi caso, ovvero manda una mail con la sua richiesta, ma questa azione, poichè denota una saggezza superiore alla media, non avviene tutte le volte. Capita quindi di trovarsi il giorno dopo una richiesta (ovviamente urgentissima) di modifica al DNS solo dopo aver acceso skype da casa, ignorando il fatto che esiste un protocollo di comunicazione degno di tal nome, e che risponde sempre al nome di posta elettronica.
Sinceramente ignoro il motivo che spinga una persona ad utilizzare principalmente una chat per un messaggio di lavoro ma sopratutto non capisco cosa esistano a fare gli stati di una chat quando poi questi vengono sistematicamente ignorati dagli utenti, i quali parlano di altissima tecnologia ed automazione per poi iniziare una chat con “Ci sei?” oppure “Ping” (per fortuna quest’ultima sembra sia stata una moda passeggera perchè mi urtava veramente i nervi).
2) Qual’è il tuo indirizzo email?
Ho lo stesso indirizzo lavorativo da sempre e utilizzo solo quello. Con questo indirizzo mando le fatture, rispondo ad ogni email, faccio ogni cosa.
Qualche giorno fa scrivo una mail a $Stordito in risposta ad una sua domanda fatta su Skype mentre non ero presente (sigh) in merito ad un quesito fatto da lui con il caps lock attivo (fa sempre così, tempo fa pensavo fosse un maleducato, invece è solo un imbecille).
Stamattina ricevo un suo SMS (SMS!!!) con la seguente domanda (testualmente): Qual’è il suo indirizzo email?
Perchè?