Sulla teoria dell’urgenza sono stati spesi fiumi di parole.
Il fatto è che in natura il concetto di urgenza esiste ma, per qualche strano motivo, l’essere umano tende ad abusarne senza alcun motivo ed in particolare nelle comunicazioni di posta elettronica. Nessuno può spiegarne la ragione.
Eppure nel mondo digitale capita ogni giorno: un idiota si sveglia e ti manda una mail (nella migliore delle ipotesi) dal titolo “URGENTE” seguìto da un numero naturale di punti esclamativi, l’antispam purtroppo considera la mail come valida (SUBJ_ALL_CAPS è una regola attualmente troppo sottostimata a mio parere) ed entro qualche secondo ti verrà recapitata una lagnanza, una qualche richiesta di verifica o qualsiasi altra assurdità proveniente dal fantastico mondo degli utonti.
Il punto però è che in nessun caso scrivere “URGENTE” in una mail porta ad un qualche risultato diverso da tutte le email che quotidianamente si ricevono. Questo perchè il carattere di urgenza è insito nel contenuto della mail e non in quanto ti sbracci per fare in modo di passare sotto ai riflettori. Inoltre, normalmente, quando si lavora con la posta elettronica, per la stessa natura del lavoro che facciamo, le risposte arrivano a stretto giro di posta e comunque nel più breve tempo possibile, compatibilmente con quello che si chiede di fare.
In altre parole la posta elettronica viaggia già ad una velocità prossima a quella della luce; pertanto scrivere che una cosa è urgente non sposterà alcun peso da nessuna parte.
Nel mondo analogico, invece, alle volte si assistono a situazioni che sono ai confini della realtà : non solo l’urgenza non esiste (a meno che non si tratti di un’emergenza medica) ma non viene neanche riconosciuta. Prima pagare moneta e poi, forse, vedere cammello. Ma con tempi rilassati.
Oggi per esempio parleremo dell’assistenza a grandi elettrodomestici. Cosa c’è di più urgente di riparare un frigo che si rompe?
Pensate al mercato dell’assistenza tecnica, quanto dovrebbe navigare nell’oro. Un frigorifero si rompe e la gente, non più abituata ad andare sul monte Fuji per prendere la sacra neve del tempio per raffreddare un paio di ore la ghiacciaia, si ritrova un problema abbastanza urgente. Ripararlo!
Che sia un mercato d’oro, poi, lo si intuisce dalla targetta presente in tutti i frighi e ignorata fino al momento del bisogno: il numero dell’assistenza tecnica. Un numero accattivante, facile da ricordare, ma sopratutto A PAGAMENTO.
Ed eccomi qui a chiamare l’199.199.199 mentre il frigo di mammà cerca di comunicare con me attraverso una serie di spie di avviso ed acqua che comincia a fuoriuscire dal freezer.
Dopo essere stato informato che la chiamata costa la modica cifrà di un bazillione di euri al secondo, una voce registrata ora mi guida (con una parlantina stranamente molto lenta e scandita) per farmi premere il tasto giusto.
Il tasto di assistenza tecnica, stranamente, è L’ULTIMO (il 9) e dopo una ventina di minuti di attesa, perchè glioperatorisonotuttioccupati, finalmente parlo con il Disservizio Tecnico ($DT).
DT: SalvesonoRobertaincosapossoesserleutile?
Io: zzzz OH! Ecco! Salve! Mi si è rotto il frigo, mi si sta sciogliendo tutto. Mi mandate un tecnico?
DT: Certo, mi può dare il numero di serie del frigo?
Io: Numero di serie? Dove lo trovo?
DT: Di che marca è il suo frigo?
Io: $Marca
DT: Allora guardi, se smonta il ripiano in fondo c’è una targhetta.
Io: Ossignur…
(dopo enne smadonnamenti)
Io: Allora il numero di serie è: $Numero_Serie
DT: Bene, si è un frigo di $Marca
Io: Ma è la stessa informazione che le ho dato prima!
DT: Mi può dare il numero progressivo del frigo?
Io: Cosa devo smontare questa volta?
DT: No guardi, nella targetta c’è in piccolo un numerino. Se si procura un microscopio a scansione forse riesce a leggerlo.
Io: Ossignur…
(dopo l’arrivo della squadra di CSI)
Io: Allora, questo è $Numero_Progressivo
DT: Bene allora il suo frigo non è coperto da garanzia
Io: Grazie, l’ho preso mille anni fa
DT: Se vuole può fare una estensione di garanzia paganto 300€ e l’intervento del tecnico.
Io: Uhm… oppure?
DT: Paga il tecnico e i pezzi di ricambio che servono.
Io: Vada per la seconda va… Però per favore mi mandi qualcuno!
DT: Si allora, vediamo… Dunque ho un tecnico in zona tra dodici giorni.
Io: Mi scusi?
DT: Tra 12 giorni. Le va bene?
Io: (letteralmente) Le va bene un ca**o. Ma scusi ma faccio prima a prendere una laurea in ingegneria per costruirne uno nuovo da solo! Peraltro o si porta tutti i pezzi del frigo o dovrà venire una seconda volta con il pezzo guasto.
DT: Si, di solito avviene questo.
Io: E il primo appuntamento sarebbe tra 12 giorni.
DT: Eh si, sa… sono tutti molto impegnati.
Io: Per dare un’occhiata.
DT: Si, le fisso un’appuntamento.
Io: No guardi, piuttosto vado a comprarlo nuovo.
DT: Va bene, le annullo la segnalazione allora.
Io: E mi restituisce anche i soldi della chiamata?