Anche se non si tratta di una pratica particolarmente diffusa, molte aziende permettono ai dipendenti di svolgere il proprio lavoro da casa o comunque da remoto. Lo si può chiamare telelavoro oppure, rispolverando antiche terminologie, telepresenza. Lo stesso si può fare, in molti contesti, per l’assistenza tecnica. Quest’oggi però $collegaesperto deve aver preso troppo alla lettera il termine.
Il collega infatti è da un cliente che vuole accendere le luci della stanza sulla base della presenza, rilevata dal sensore (non nostro) X e la centrale di antifurto (non nostra) Y. Il collega si accorge di un ritardo tra l’ingresso nella stanza e l’accensione della luce, introdotto a mio parere da un ritardo nella rilevazione dovuto al fatto che il sensore vuole evitare falsi positivi, condizione particolarmente fastidiosa nell’ambito della sicurezza, meno in quello dell’illuminazione.
Una verifica potrebbe essere quella di entrare nella stanza e verificare quand’è che il sensore rileva l’accesso (tramite i led di stato, solitamente presenti) e lo segnala alla centrale (ad esempio armandola).
$collegaesperto ha capito tutto e quindi mi chiede “pensi di riuscire ad avere tempo per fare delle prove un po’ più approfondite?”, sottointendendo da remoto… Certo, muovo il mouse da qui e vedo se il sensore me lo vede?